La mostra è stata una narrazione visiva dedicata a quell’Europa e a quel Mediterraneo che definiscono, tra passato, presente e futuro, tra natura e cultura, l’essenza stessa del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e ha inteso offrire un ritratto simbolico del territorio: l’arcaicità dei suoi insediamenti, l’incontro tra le etnie che nei secoli lo hanno abitato e plasmato, le prospettive affidate alla radicalità della sperimentazione artistica e intellettuale contemporanea.
Al Castello Macchiaroli di Teggiano, il percorso espositivo ha assunto, al suo inizio, la dimensione etica con cui gli artisti ripensano il nostro tempo, procedendo attraverso le pagine di un racconto che ha delineato sia il deposito memoriale della storia sia i contorni impalpabili della contemporaneità, fino ad emergere come sintesi temporanea tra astrazione e figurazione, implicazione e contemplazione.
La mostra al terzo piano ha esposto opere di Marisa Albanese, Monica Biancardi, Bianco-Valente, Paolo Bini, Gianni De Tora, Jimmie Durham, Mimmo Jodice, Pierpaolo Lista, Nino Longobardi, Mimmo Paladino, Gloria Pastore, Luciano Romano e Ivano Troisi.
Il percorso espositivo si è concluso con un dipinto di Nicholas Tolosa esposto nella Sala Stefano Macchiaroli e con un’installazione di Michele Iodice sulla Torre Giammaruca.